Se il conto corrente “nuoce gravemente alla salute”​

«La salute è la cosa più importante», è una frase trita e ritrita, che tutti condividiamo un po’ retoricamente, ma che di fatto resta spesso confinata nell’ambito di buoni e vaghi propositi. E proprio pensando alla salute mi è ritornato alla memoria Daniel Drake, medico americano pionieristico e scrittore che ne incorniciò la definizione in un’aforisma tanto pungente quanto vero: 

Nulla di più condivisibile. Nulla di più attuale, soprattutto se consideriamo che il binomio soldi/salute è coinvolto direttamente nella strabiliante massa di liquidità, che giace torpidamente nei conti correnti degli italiani ed ha oramai raggiunto la vertiginosa cifra di 1.746 miliardi di euro.

La motivazione principale per la quale molti correntisti mantengono bloccate – in uno strumento assolutamente infruttuoso – quantità così ingenti di danari, è motivata da un generico “ non si sa mai”. Il filosofo Umberto Galimberti definirebbe lo stato d’animo che accompagna questa spiegazione come “l’angoscia dell’imprevedibile”; cioè quel sentimento di timore verso l’incerto, molto diverso dal meccanismo (sano) della paura che ci preserva da pericoli determinati e tangibili. L’angoscia, al contrario, si rivolge ad un qualcosa di indefinito e indefinibile, da cui non si può e non si sa scappare, perché non individuato e individuabile e quindi generatore della reazione contraria alla fuga: la paralisi. 

Quella ricchezza letteralmente “paralizzata” nei conti correnti è la metafora di uno stato d’animo angosciato. In virtù di questa insicurezza, molti preferiscono non investire i propri risparmi in maniera proficua, rassegnandosi all’idea di vederli decrescere in un conto corrente (tra costi e inflazione) sostanzialmente per il timore che il destino possa riservare loro qualche brutto accidente.

È necessario, quindi, aiutare il cliente ad uscire da questo stato finanziario catatonico, scavando a fondo nella sua inquietudine ed interrogandolo su cosa intenda per “non si sa mai”. Tra mille timori e preoccupazioni, la maggior parte elaborerà questa sensazione di angoscia inizialmente informe, che comincerà a prendere letteralmente forma, definirsi e delinearsi sempre più nettamente. Solo a quel punto prenderà coscienza e consapevolezza, rispondendo probabilmente che i suoi timori sono rivolti alle conseguenze economiche derivanti da eventi gravi, come un infortunio o una malattia, che potrebbero mettere a rischio irrimediabilmente il suo patrimonio e la sua capacità di produrre reddito. 

Questa preoccupazione, se da un lato è del tutto legittima, dall’altro fa appello ad uno strumento inefficace e insufficiente: il conto corrente. Infatti, se dovesse verificarsi realmente un evento talmente grave da compromettere la salute, la quantità di capitale depositata (se consideriamo la giacenza media degli italiani) sarebbe del tutto insufficiente. 

Per tutelarsi da accadimenti di questo tipo, esistono coperture assicurative ad hoc, come la polizza infortunio, malattia o rendita per la non autosufficienza e molte altre, i cui costi di sottoscrizione sono davvero contenuti (e detraibili). La sottoscrizione di una polizza salute permetterà di essere protetti con capitali adeguati e liberare la restante parte del capitale, rendendolo finalmente disponibile ad essere investito con gli strumenti finanziari più appropriati.

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